Sapienza Marisa
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Marisa Sapienza inizia a disegnare e a dipingere a otto anni. Condivide questa passione con la musica – diplomandosi a vent’anni in pianoforte presso il Conservatorio di Palermo – e con la letteratura. Laureatasi anche in lettere, ha insegnato nei licei.
La pittura resta così – per dirla con Svevo – il “vizio segreto”, il linguaggio primario nel quale trasfondere i suoi interessi. Il suo percorso pittorico la porta a studiare incisione con Gaetano Signorelli, scultura con Dino Cunsolo, pittura con Piero Zuccaro, Giuseppe Puglisi, Dina Viglianisi.
In consonanza con le idee del filosofo Alain de Botton sull’arte, lavora da qualche anno su temi legati al paesaggio trasformato dal lavoro dell’uomo, sulla fascinazione delle aree industriali dei porti e degli stabilimenti in costruzione, convinta che occorra ampliare in tal senso un concetto di bellezza ormai stereotipato e bucolico in favore di uno sguardo più ampio ed inclusivo, capace di emozionarsi ed emozionare dinanzi a ciò che veramente dà un senso alla vita dell’uomo. Nascono così i “tralicci” ed i “cantieri”, i “cargo” e le “petroliere”, i “porti” e le “centrali elettriche” e “nucleari”, infine le “entropie” in cui tutto si assume entro al grande tema dell’energia creatrice e dell’eterna trasformazione e, da ultimo, le “Etne” celebranti la forza primigenia ed eterna del tutto.
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Pittrice